Non si capisce bene cosa ci sia da esultare, come fa la maggioranza di governo, per aver approvato la cosiddetta riforma costituzionale della giustizia, che prevede la separazione delle carriere fra magistratura giudicante e inquirente.
In un paese come l’Italia, in cui il passaggio dal mestiere di pubblico ministero a quello di giudice coinvolge ogni anno lo 0,5% dei magistrati e prevede comunque che il neo-giudice o il neo pm cambi regione, proprio per evitare conflitti di interessi, qual è il senso di questa riforma costituzionale?