Salis e Santanché: come la destra reazionaria è forcaiola o garantista a seconda delle convenienze

La commissione Juri del Parlamento europeo ha mostrato una certa umanità nel dare parere negativo all’istanza di revoca dell’immunità parlamentare avanzata dall’Ungheria nei confronti di Ilaria Salis. Il voto in aula si terrà verosimilmente il prossimo 7 ottobre.

Intanto, il governo di Orban ha giurato vendetta alla nostra concittadina, definendola “terrorista”. Quanto alle accuse, tutte da provare, in Ungheria potrebbero costarle oltre vent’anni di carcere (per di più in un regime che assomiglia a quello previsto dal 41bis). C’è quindi da immaginare che, semmai fosse revocata l’immunità, Budapest non le garantirebbe un giusto processo, né tantomeno il rispetto dei diritti umani.

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Meloni sa benissimo che Kirk non è un martire della libertà ma è utile per la sua spregiudicata propaganda

Se uno muore, non per questo diventa un santo. Charles Kirk era portatore di un’ideologia che definire violenta è poco. Ferma restando la condanna incondizionata dell’omicidio, non si può misconoscere che fosse un suprematista bianco, fanatico cattolico, omofobo, maschilista, sostenitore della possibilità di detenere armi da fuoco per qualsiasi privato cittadino anche a prezzo di “danni collaterali” come qualche vita spezzata.

Allora perché la destra italiana – Giorgia Meloni in primis – si sta da giorni prodigando in un’opera apologetica di santificazione del morto?

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Il vittimismo della destra: accusa l’opposizione ma è lei ad alimentare le tensioni

Il nuovo refrain mediatico di Giorgia Meloni è accusare l’opposizione di diffondere un clima d’odio nell’opinione pubblica. In un comizio in favore del secondo mandato al presidente della regione Marche Francesco Acquaroli, ha perfino denunciato chi dell’odio farebbe il proprio business. Non è chiarissimo a chi riferisca, con ogni probabilità alle opposizioni e a quelle poche testate giornalistiche libere che non ruotano nell’orbita del governo.

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Lezioni di mafie su La7: Nicola Gratteri racconta ai cittadini come agiscono oggi i clan criminali

Si intitola “Lezioni di Mafie” il nuovo programma in quattro puntate in onda su La 7 a partire da mercoledì 17 settembre che vede la partecipazione del celebre procuratore di Napoli Nicola Gratteri. L’intenzione – ha spiegato il magistrato – è quella di mostrare come opera oggi la criminalità organizzata, fra dark web, alta finanza e infiltrazioni politiche. In un paese civile, Gratteri e il suo indefesso impegno civile contro le grandi organizzazioni criminali dovrebbero essere considerati un vanto nazionale.

E invece no.

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